L’Italia registra progressi nello sviluppo delle smart cities, con città come Milano, Bologna e Roma in prima linea su innovazione digitale, mobilità sostenibile e servizi intelligenti. Tuttavia, secondo l’EY Smart City Index 2025, permangono criticità significative in ambiti chiave come connettività, competenze digitali e infrastrutture smart, soprattutto nel Mezzogiorno.
Lo sviluppo delle smart cities richiede un ecosistema digitale integrato, accessibile e capace di connettere cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche attraverso infrastrutture intelligenti. In questo scenario, l’Italia ha compiuto importanti passi avanti nella banda larga e nella digitalizzazione della pubblica amministrazione, ma restano profonde lacune in termini di inclusione digitale.
Uno dei nodi più critici riguarda le competenze digitali: solo il 45,8% degli italiani possiede competenze di base (contro il 55,6% della media UE), e i laureati in discipline ICT rappresentano appena l’1,5%, contro il 4,5% in Europa. Questo rallenta la transizione verso città realmente smart e inclusive.
Secondo EY, le principali città metropolitane italiane hanno aumentato del 22,7% il livello di readiness, ma solo alcune eccellono: Milano guida per innovazione, mobilità e sostenibilità, seguita da Bologna, Roma, Torino e Reggio Emilia. Tuttavia, oltre il 52% dei comuni segnala difficoltà nell’attuazione di progetti smart per mancanza di personale qualificato.
Nel 2023 gli investimenti pubblici in smart city hanno superato per la prima volta 1 miliardo di euro. A livello globale, il settore potrebbe raggiungere i 3.757,9 miliardi di dollari entro il 2030, con un tasso di crescita annuo del 29,4%. Il 78% delle amministrazioni italiane che hanno avviato iniziative smart dichiara benefici pari o superiori alle attese (fonte: Intesa Sanpaolo Innovation Center).
Persistono tuttavia divari territoriali e culturali, che rischiano di accentuarsi con l’avanzata di tecnologie come l’intelligenza artificiale e le biotecnologie, se non accompagnate da politiche pubbliche inclusive.
Sulle infrastrutture digitali, l’Italia è ancora indietro rispetto alla media UE: solo il 52,9% delle famiglie è coperto da reti fisse ad alta capacità (contro il 78,8% in Europa), e la fibra ottica FTTH non raggiunge il 60% delle abitazioni. Questo deficit colpisce soprattutto il Sud e le aree interne, rallentando lo sviluppo urbano intelligente.
Tre tecnologie chiave individuate per colmare questo gap sono:
- sensori IoT e data analytics per il monitoraggio ambientale
- zonizzazione a basse emissioni gestita da intelligenza artificiale
- piattaforme digitali accessibili per una governance trasparente e partecipativa
La mobilità sostenibile è tra le aree più evolute: Milano vanta oltre 18.000 biciclette in sharing e 2.000 colonnine per veicoli elettrici, Bologna ha implementato sensori intelligenti per il traffico urbano. Tuttavia, l’offerta infrastrutturale è disomogenea: Roma ha una rete metropolitana sottodimensionata rispetto ad altre capitali europee, limitando l’efficienza dei servizi di trasporto smart.
Solo il 13% dei capoluoghi dispone di sistemi integrati per la gestione di traffico, energia e sicurezza urbana, nonostante la crescita del 30% nell’uso di sensori IoT e del 40% delle centrali di controllo urbano.
Il turismo intelligente è un ambito in forte evoluzione. Roma, con oltre 22 milioni di arrivi nel 2024, ha introdotto prenotazioni digitali, assistenti virtuali e accessi contingentati per gestire i flussi. Il progetto “Roma Smart City” mira a un turismo sostenibile e integrato con l’identità urbana, reinvestendo la tassa di soggiorno in mobilità green e valorizzazione del patrimonio.
Tecnologie come app mobili, segnaletica intelligente e reti pedonali monitorate (es. via Ottaviano) offrono strumenti avanzati per l’urban planning e la gestione in tempo reale dei flussi turistici. Dal 2025 è attivo anche “Julia”, assistente IA per informazioni su trasporti, percorsi e musei.
La sostenibilità ambientale è una priorità, ma solo il 13% dei capoluoghi italiani dispone di sistemi digitali per il monitoraggio in tempo reale della qualità dell’aria. Nel 2024, 25 città hanno superato i limiti giornalieri di PM10. Le concentrazioni di NO₂ restano elevate: Palermo (59 µg/m³) e Napoli (54) superano già i futuri limiti europei previsti per il 2030 (20 µg/m³).
Senza una piena integrazione tra tecnologia, politiche ambientali e inclusione sociale, la smartness rischia di tradursi in un’accelerazione delle disuguaglianze anziché in un vero progresso collettivo.