L’Italia scivola al 30° posto nella classifica dei 47 Paesi più avanzati al mondo per capacità di innovazione, come rileva il Teha Global Innosystem Index 2025, presentato a Stresa durante il Technology Forum 2025 di Teha Group. Questo indice misura le performance nazionali in cinque aree chiave: capitale umano, risorse finanziarie, innovatività dell’ecosistema, attrattività dell’ecosistema ed efficacia dell’ecosistema innovativo.

Rispetto al 2022, l’Italia perde due posizioni nell’indice globale, con evidenti criticità: 33° per istruzione, 34° per educazione terziaria, 41° per sviluppo software (51,8 sviluppatori ogni 1.000 abitanti, contro i 467,8 di Singapore). Nel confronto europeo, 15 Paesi ci superano, mentre solo sei restano dietro di noi.

Tuttavia, non mancano risultati positivi: l’Italia si colloca nella ricerca scientifica, confermando il potenziale del nostro sistema grazie anche a due dei dieci supercomputer più potenti al mondo presenti sul territorio nazionale. Siamo inoltre al mondo e in UE per saldo commerciale manifatturiero (118,1 mld $,) e per saldo commerciale nei servizi R&D.

Sul fronte degli investimenti, però, permangono i ritardi: solo 4,2% del Pil è destinato all’educazione (33° posto), contro il 7,6% della Svezia, e appena 30,6% di laureati (34°), rispetto al 69,7% della Corea del Sud. Questo si traduce in un posizionamento di 36° per capacità di formare e attrarre personale qualificato e di 27° per attrazione di investimenti pubblici e privati. La percentuale di studenti stranieri è appena il 4,2% (29° posto).

La spesa R&S complessiva raggiunge solo l’1,3% del Pil (26°), con le imprese che investono lo 0,8% (25°), a fronte del 5,6% israeliano. Come sottolinea Valerio De Molli di Ambrosetti e Teha Group, “senza ricerca non c’è innovazione”: le nazioni che crescono di più sono quelle che investono maggiormente in R&S, istruzione e formazione del capitale umano.

A livello regionale, la Lombardia è la regione europea più innovativa d’Italia (16ª), seguita dal Lazio (34ª); nella top 100 figurano anche Emilia-Romagna (51ª), Veneto (73ª), Toscana (75ª) e Piemonte (96ª), mentre la Calabria è tra le ultime (228ª).

Per migliorare fino al 2040 e recuperare terreno (arrivando al 18° posto con un +20,6% di Pil), Teha propone otto leve strategiche: aumentare la spesa in istruzione dal 4,2% al 5,75% del Pil; potenziare la R&S aziendale (+144%) e privata (+195%); introdurre il coding come competenza di base; definire una strategia STEM nazionale; attrarre talenti globali; semplificare la ricerca sperimentale; rafforzare la collaborazione industria-accademia; incentivare l’innovazione d’impresa e il trasferimento tecnologico; e snellire la burocrazia per le startup.

Oggi, nel Teha Global Innosystem Index 2025, l’Italia precede solo Croazia, Ungheria, Polonia, Grecia, Slovacchia e Romania.