L’Emilia-Romagna si posiziona come la prima regione italiana per competitività e innovazione, ma si colloca al 21° posto a livello globale, risultando distante dalle prestazioni delle regioni tecnologiche e manifatturiere come il Massachusetts, la California o il Baden-Württemberg, che occupano rispettivamente le prime tre posizioni nel “Transatlantic Subnational Innovation Competitiveness Index 2.0”. Altri importanti territori italiani si collocano più indietro, con la Lombardia al 33° posto, il Lazio al 42°, il Piemonte al 44°, il Friuli-Venezia Giulia al 47°, il Veneto al 55° e la Toscana al 59°.

Il rapporto, giunto alla seconda edizione, è stato recentemente pubblicato e analizza 13 indicatori di capacità innovativa, globalizzazione e competenze della forza lavoro in 121 regioni appartenenti a sette Paesi partner (Austria, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Svezia e Stati Uniti). Questi indicatori sono riassunti nell’indice TASICI 2.0, mettendo in evidenza un divario crescente tra il Nord e il Sud Italia. A guidare la classifica mondiale per competitività e innovazione sono gli Stati Uniti, la Germania e la Svezia.

La capacità innovativa, misurata attraverso parametri come la banda larga, la spesa in R&S, la quota di ricercatori, le start-up, i brevetti, i progetti di decarbonizzazione e il venture capital, rappresenta la componente più influente (56%) nel punteggio finale. Seguono il livello di competenze della forza lavoro (come la quota di laureati, il livello di istruzione dell’immigrazione e la produttività dell’industria manifatturiera) e i dati sulla globalizzazione, ovvero l’apertura dei mercati (interscambio commerciale e investimenti diretti esteri). In tutti questi aspetti, la disparità tra Nord e Sud Italia è evidente.

L’Italia occupa gli ultimi posti della classifica per la percentuale di popolazione tra i 25 e i 64 anni in possesso di un diploma di laurea, con regioni come Calabria, Sicilia, Puglia, Molise e Sardegna nelle ultime posizioni. Anche nel settore dell’immigrazione qualificata, l’Italia presenta un rapporto basso rispetto ad altre realtà europee come Austria, Svezia e Stati Uniti, che vantano maggiori risorse umane altamente istruite, sia interne che straniere.

Nel contesto della globalizzazione, l’Ungheria è il Paese leader, mentre l’Italia si posiziona in competizione con la Germania, mostrando una forte variabilità regionale. La Lombardia si piazza al primo posto tra le regioni italiane per la capacità di attrarre investimenti, seguita dal Lazio e dall’Emilia-Romagna. Per quanto riguarda il digitale e la banda larga, il Trentino e l’Emilia-Romagna guidano la classifica in Italia, pur trovandosi dietro ai principali attori europei. L’Emilia-Romagna è anche in testa per la concentrazione di risorse umane qualificate impiegate nella ricerca, mentre la Lombardia e il Lazio migliorano il loro posizionamento nella classifica della decarbonizzazione. Nelle ultime posizioni della classifica globale, si collocano regioni italiane come il Molise (107° posto), la Sardegna (108°), la Puglia (116°), la Sicilia (117°) e la Calabria (120°). L’unico territorio a fare peggio è il Mississippi, chiudendo il ranking 2023.