Una ricerca condotta durante la pandemia si focalizza su ciò che ci rende o meno felici e, come vuole il luogo comune, non sono i soldi a portare la felicità nelle nostre vite.

Tutti gli uomini in un modo o nell’altro perseguono ed hanno il diritto di perseguire la loro felicità, un concetto tuttavia davvero astratto e complesso da definire. Per secoli gli umani hanno dibattuto su cosa effettivamente sia e come sia possibile raggiungerla, tramite lo spirito o la materia.

Se il raggiungimento della ricchezza senza dubbi è fonte di felicità per una persona che abbia a lungo lottato per uscire dall’abisso della povertà, allo stesso tempo è noto che i soldi non bastano ad essere felici, con miriadi di esempi sotto gli occhi di tutti di persone smodatamente ricche, ma altrettanto infelici.
Quello che invece emerge chiaramente da questa ricerca è che la crisi scaturita dal COVID19 ci ha reso un po’ più saggi, o quantomeno consapevoli. Emerge infatti che il fattore più importante per essere felici tra gli intervistati sono le relazioni sociali: gli italiani che hanno sofferto molto per la loro vita relazionale con gli altri durante il lockdown hanno registrato il 50% di probabilità in meno di essere felici. Il fattore con l’impatto più forte di tutti gli altri.

Tra gli altri fattori che saltano all’occhio dal sondaggio c’è la maggiore felicità di chi vive in provincia, dove è più semplice legarsi alla comunità di riferimento, rispetto alle grandi città che spesso finiscono per annichilire i singoli, fagocitandoli nella loro dedalica dimensione; ma anche la religione gioca un suo ruolo, garantendo ai credenti più serenità con le sue sicurezze e spesso, nuovamente, un forte senso di comunità. Altro dato tristemente interessante è che le donne hanno patito maggiormente la chiusura per il lockdown, perdendo il loro spazio sicuro e trovandosi costrette a condividerlo costantemente con i familiari.

Le conclusioni che si possono trarre sono chiare: l’uomo è un “animale sociale” e come tale non è in grado di tollerare la solitudine molto a lungo. Come sosteneva Aristotele, uno dei padri del pensiero occidentale, d’altronde “solo il Dio e la bestia possono vivere soli con se stessi”. Una lezione importante che non deve essere dimenticata nell’attesa che la prossima crisi ci obblighi nuovamente a soppesare ciò che veramente conta all’interno delle nostre vite.