Il 93% degli abitanti dell’Unione Europea è preoccupato dall’inflazione, che nell’ultimo anno ha toccato vette da record, un dato che riflette bene la gravità della situazione. In Italia la percentuale sale addirittura al 98%.

Prima l’epidemia, poi la guerra e la conseguente crisi energetica, l’Europa sta vivendo uno dei momenti più difficili della sua storia dai tempi della Seconda Guerra Mondiale e non paiono esserci grandi prospettive di miglioramento nel breve termine. In conseguenza di questa drammatica situazione l’inflazione ha subito un’impennata ed i cittadini europei della classe media e bassa stanno accusando pesantemente il colpo. Aumenti di oltre un terzo per gli alimenti e oltre il 60% per l’energia, beni ambedue di prima necessità, non potevano d’altronde che essere devastanti per tutti coloro che già prima faticavano a raggiungere la fine del mese o già faticavano a mettere da parte qualche umile risparmio.

Il sondaggio dell’Eurobarometro del Parlamento Europeo parla chiaro: pressoché tutta la popolazione è preoccupata per gli effetti dell’inflazione, ma l’82% è preoccupato anche dalla povertà e dal rischio di esclusione sociale. Seguono poi ancora a ruota cambiamento climatico e guerra in Ucraina. Ben il 46% ritiene che dalla pandemia in poi il suo tenore di vita si sia ridotto.
Nonostante solo un terzo degli intervistati si ritenga soddisfatto dalle misure intraprese da governi locali e dell’Unione Europea il supporto per quest’ultima istituzione rimane comunque molto alto, sia per i suoi passati interventi che per la sua influenza nel mantenimento della pace all’interno degli Stati membri (il 36% lo ritiene il benefit principale di appartenere a quest’organizzazione).

Tornando all’Italia dopo inflazione e rischio povertà le altre preoccupazioni più condivise, seppur con percentuali nettamente minori, sono la necessità di creare posti di lavoro (45%) e la salute pubblica (42%), più indietro l’ambiente, percepito come una minaccia meno immediata. Per concludere in Italia è il 61% degli intervistati a ritenere che il Paese abbia tratto vantaggi dall’appartenenza all’UE, contro un 72% in tutta l’Unione.