Di recente è stato pubblicato il 24° Rapporto sulla Qualità della Vita in Italia, realizzato da ItaliaOggi con l’Università La Sapienza di Roma, ed i dati raccontano due realtà profondamente diverse in questo periodo post-COVID.

Se il Nord sembra aver dimostrato una buona dose di resistenza, nonostante la Pianura Padana sia tra le regioni più colpite d’Europa dal punto di vista pandemico, al Sud continuano a riproporsi i soliti problemi di disagio sociale e personale. Senza considerare che lo stesso COVID ha portato una mortalità maggiore al Sud, verosimilmente a causa di strutture sanitarie di livello inferiore.
Il PNRR da questo punto di vista potrebbe essere utile per provare a colmare il profondo gap tra i due tronconi del Paese, che ultimamente ha dimostrato di starsi allargando sempre di più.
Tra i dati che più fanno emergere lo squilibrio è il fatto che la città tra le prime 50 per qualità della vita più a Sud sia Urbino, anche l’unica non nel Nord ad aver guadagnato posizioni.
Tra le città metropolitane male solo Torino che perde posizioni e scivola a metà classifica, un buon segnale verso lo sviluppo delle future smart-cities.

Il rapporto 2022 è caratterizzato da un ampliamento degli indicatori utilizzati, soprattutto nella sezione lavoro, dove ora vengono distinti il tasso di occupazione e disoccupazione maschile e femminile. È stato inoltre inserito un nuovo indicatore, quello dei cosiddetti NEET (Not in Education, Employment, or Training), cioè delle persone tra i 15 e 29 anni che non studiano e non lavorano, né si stanno formando.
Sono poi stati modificati alcuni altri indicatori che portano a 92 il numero di quelli attuali, contro i 36 da cui si partì nel 1999 con il primo sondaggio.

L’intero rapporto può essere scaricato in formato PDF a questo link al prezzo di 6,99€.

A quanto pare nel 1972 erano ottimisti…