“Se vogliamo realizzare una vera rigenerazione delle città, dei borghi e delle campagne partendo dalla produzione e distribuzione del cibo dobbiamo superare una visione che vede innovazione e tradizione come elementi opposti. Sono convinto che solo nelle comunità si realizza l’innovazione perché si fondano sulle relazioni e personali e sulla socialità”.

Così Carlin Petrini apre Terra Madre, il XIV Salone del Gusto di Torino, il più importante evento internazionale capace di mobilitare 3000 attivisti, contadini e allevatori provenienti da 150 paesi di tutto il mondo e più di 700 espositori che hanno animato il mercato aperto ai visitatori.

A Terra Madre, Parco Dora, Torino, 22 al 26 settembre, si è parlato di rigenerazione e di comunità. Di impatto sociale, di generatività e di innovazione sociale, che funziona solo se è dal basso e condivisa tra le persone nelle comunità. L’innovazione è un fatto culturale prima che tecnologico e oggi passa dalla capacità di rigenerare le comunità. E dal rapporto tra la città e le periferie del mondo.   

Il tema oggi è di grande attualità e rientra nel campo più largo e multidimensionale delle povertà e delle disuguaglianze, che mai come oggi costituiscono uno dei problemi più spinosi della società globale. A Terra Madre si parla di clima, e in particolare di impatto ambientale: l’industria del cibo è responsabile del 37% delle emissioni inquinanti che provocano l’innalzamento della temperatura sulla terra. Si parla di spreco, un fenomeno paradossale per cui con quello che si butta in un anno, circa 1,3 milioni di tonnellate pari ad un terzo della produzione mondiale, si potrebbe sfamare almeno una parte degli 821 milioni di persone che soffrono la fame. E si parla di disuguaglianze, secondo un filone tradizionale per il salone di Terra Madre, ma che oggi è finalmente al centro del discorso pubblico, soprattutto nel mondo della ricerca e dell’accademia. 
Il salone dedica molta attenzione ai giovani generazioni e alle iniziative legate all’educazione alimentare per la riduzione dello spreco di cibo nei contesti urbani.
Al salone ci sono le città metropolitane di Torino e di Bari, e molte iniziative dedicate alla comunità e alla rigenerazione urbana. La scelta della location stessa, il Parco Dora a Torino, è un esempio di come le città cambiano volto nel corso degli anni e della loro storia.  

Tra gli ospiti Raj Patel, un economista che si occupa di rigenerazione, disuguaglianze e sistemi alimentari su scala globale. Raj Patel è anche un attivista e un giornalista. A Torino ha parlato della concentrazione oligopolistica del sistema alimentare in tutti i suoi settori, e di come dalle scelte quotidiane delle persone oggi può cambiare il modello di sviluppo uscendo dalla logica della pura massimizzazione dei profitti.
Molti gli ospiti all’interno del “Red Carpet” del Salone, tra gli altri Telmo Pievani, Cecilia Strada e Leonardo Becchetti.
Ci sono poi curiosità tutte da scoprire: nello stand della città di Roma sono esposte le bottiglie di “Palatinum”.

PS. Tra le curiosità del salone l’olio Palatinum, un’IGP ricavato dalla spremitura delle olive dei 186 ulivi del parco archeologico del Colosseo, ad un passo dalle residenze degli imperatori romani, un progetto che punta a rigenerare l’agricoltura nell’area della città metropolitana di Roma.