“Ha fatto anche cose buone”. Questo è uno dei più celebri mantra dei neofascisti nostrani, impegnati a difendere l’immagine postuma di Benito Mussolini, l’inventore del fascismo stesso. Ovviamente questa frase è fuorviante: essendo Mussolini stato al Governo del Paese per circa due decenni è inevitabile che, almeno per sbaglio, abbia anche realizzato opere e riforme utili, talune ancora in uso tutt’ora. Non bisogna poi dimenticare che, nonostante ora sia stato eletto insieme ad altri dittatori del ‘900 a supremo esempio della malvagità in terra, il Duce agiva spinto da un profondo amore per il suo Paese, un amore che nemmeno gli avversari più accaniti hanno mai potuto mettere in dubbio.
Certo però che in un bilancio complessivo, tenuta in considerazione la devastazione arrecata dalla Seconda Guerra Mondiale, a cui l’Italia aderì per opportunità e la prospettiva di facili guadagni territoriali, la sua avventura alla guida del Belpaese può essere serenamente considerata un triste fiasco. A ciò si aggiunge poi la vergogna delle leggi razziali ed ecco che la frase “ha fatto anche cose buone” suona quasi come uno scherzo di cattivo gusto.

In Germania la tolleranza verso comportamenti del genere, volti dunque a glorificare o quantomeno a normalizzare l’esperienza nazista, è sempre stata più vicina allo zero. Almeno fino ad oggi. In una recente intervista al quotidiano La Repubblica infatti il capolista per le elezioni europee di AfD (Alternative fur Deutschland) per le europee, Maximilian Krah, ha rifiutato di definire a priori gli appartenenti alle SS, il corpo di polizia segreta del Terzo Reich, come criminali, aggiungendo che “bisogna valutare cosa hanno fatto le singole persone. Alla fine della guerra c’erano quasi un milione di SS”.
La frase (che pur contenendo un fondo di verità non è meno fuorviante di quella su Mussolini) ovviamente ha immediatamente fatto il giro del mondo, portando non poco scompiglio all’interno delle fazioni politiche di destra di tutta Europa che hanno iniziato a smarcarsi dal partito ormai di estrema destra tedesco. Sia Rassemblement National di Le Pen che la Lega di Salvini, i due principali alleati di AfD in Europa, hanno immediatamente dichiarato che non siederanno più nello stesso gruppo parlamentare Identità e Democrazia, denunciando che i valori di AfD si sono dimostrati “non in linea con quelli del gruppo” aggiungendo che “il partito è ormai nelle mani dell’estrema destra”. Ed in effetti AfD non ha sempre tenuto questi toni. Il partito in origine era comunque di destra e decisamente euroscettico, ma decisamente meno orientato verso posizioni neonaziste. Nonostante questo e diversi altri scandali che hanno scosso la compagine di Krah, ci si aspetta che saranno più del 15% i tedeschi che sceglieranno questo partito alle urne, in crescita rispetto alle scorse europee, ma in declino rispetto al 2023, quando il loro gradimento aveva toccato il picco del 23%.