Primi in Italia per innovazione digitale, con l’obiettivo di arrivare tra i primi in Europa. L’Emilia-Romagna si conferma regione leader in Italia per l’innovazione. Tutto ciò emerge dall’edizione del 2023 dell’“Innovation scoreboard” della commissione europea, rapporto biennale, in cui sono coinvolte 239 regioni dei ventisette Stati membri dell’Unione europea, cui si aggiungono quelle di Norvegia, di Serbia, di Svizzera e di Regno Unito, che, dal 2001, fa il punto sullo stato dell’innovazione continentale, individuando punti di forza e punti di debolezza, e tendenze.

L’analisi offre un punto di vista sa esterno, con cui comparare i risultati dell’Ue rispetto al resto del mondo, sia uno interno, in cui individuare le eccellenze europee e i territori che, invece, devono recuperare terreno. Il documento sottolinea la peculiarità dell’Emilia-Romagna di essere un’eccellenza in un territorio nazionale che non lo è, fenomeno che si ripete, per esempio, nell’area di Praga in Repubblica Ceca, di Budapest in Ungheria, o nei Paesi Baschi in Spagna.

In particolare, l’Emilia-Romagna è un innovatore forte, con risultati migliorati del 15,8% rispetto al 2016. I suoi punti di forza sono le pubblicazioni scientifiche internazionali, l’elevato numero di pubblicazioni pubblico-privato, il design delle applicazioni e la vendita di prodotti innovativi.

Nel periodo che va dal 2016 al 2023, in Europa c’è un miglioramento nell’innovazione pari all’8,5%, con venticinque nazioni che hanno visto crescere i loro risultati, anche se gli ultimi anni hanno segnato un rallentamento. Nell’ultimo anno, poi, venti Stati membri hanno registrato un aumento significativo delle loro capacità di innovazione; mentre, solo sette nazioni, hanno osservato un calo, e tra queste ultime si registra l’Italia. Nonostante i progressi, però, i divari tra i Paesi rimangono persistenti, con quelli più arretrati che tendono a migliorare meno rapidamente della media dell’Unione.

Da un punto di vista regionale, le aree più innovative sono quasi sempre in nazioni innovative, pur con qualche positiva eccezione come quella già citata dell’Emilia-Romagna. A livello globale, l’Ue sta ancora andando leggermente meglio della Cina e sta colmando il divario di prestazioni con l’Australia; mentre, la distanza col Canada, con la Repubblica di Corea e con gli Stati Uniti, si è ampliata.

Più specificatamente, i leader dell’innovazione sono Danimarca, Svezia, Finlandia, Paesi Bassi e Belgio, con prestazioni pari al 125% della media europea. Seguono Austria, Germania, Lussemburgo, Irlanda, Cipro e Francia, con le loro prestazioni che sono comprese tra il 100% ed il 125% della media europea. Sono considerati innovatori moderati, con valori compresi tra il 70% ed il 100% della media dell’Unione europea, Estonia, Slovenia, Repubblica Ceca, Italia, Spagna, Malta, Portogallo, Lituania, Grecia e Ungheria. Sotto il 70% della media restano, invece, Croazia, Slovacchia, Polonia, Lettonia, Bulgaria e Romania. Dopo questa analisi, risulta evidente come l’innovazione è più avanzata nell’Europa nord-occidentale; mentre il sud del continente e l’Europa orientale faticano maggiormente.

Complessivamente, le regioni europee leader sono trentasei, i forti innovatori sono settanta regioni, gli innovatori moderati sono sessanta regioni e, infine, i cosiddetti emergenti sono sessantaquattro. Gran parte delle regioni italiane sono innovatrici moderate, con l’eccezione tre innovatori forti, tra cui, in ordine, Emilia-Romagna, al 101° posto; Friuli-Venezia Giulia, in 102° posizione; e la provincia autonoma di Trento, in posizione numero 104.

In merito ai risultati dell’edizione di quest’anno dell’”Innovation scoreboard” della commissione europea, in cui l’Emilia-Romagna è prima in Italia per innovazione digitale, si sono espressi Paola Salomoni, assessora regionale all’agenda digitale e ricerca, e Vincenzo Colla, assessore regionale allo sviluppo economico e lavoro, con le seguenti parole:

“I risultati attestati dal report dell’Unione europea ci confermano in una posizione di vertice in Italia, a riprova delle politiche di investimento che stiamo portando avanti col piano ‘Data valley bene comune’. Il documento ci definisce una ‘sacca di eccellenza’ in un Paese, l’Italia, che purtroppo stenta a tenere il passo delle realtà più avanzate e, anzi, nell’ultimo anno ha visto peggiorare i suoi indici. Per questo motivo, a darci fiducia è, soprattutto, il fatto che stiamo innovando più rapidamente rispetto alla media nazionale ed europea. Il nostro prossimo obiettivo è riuscire ad avvicinarci a chi guida questa classifica a livello continentale”.