Secondo la ricerca “Ecosistema start-up, PMI e aziende familiari in Italia: panorama attuale e opportunità legate a innovazione, finanziamenti e sostenibilità” condotta dalla Rome Business School, in Italia sono le aziende familiari, le PMI e le start-up a guidare la transizione tecnologica. Negli ultimi anni, gli investimenti da venture capital sono aumentati significativamente, consentendo alle piccole e medie imprese di cogliere nuove opportunità di business e guidare l’innovazione.

Nonostante gli impatti della pandemia e del conflitto russo-ucraino, nel 2022 il numero di investimenti dei fondi di venture capital è aumentato del 47% rispetto all’anno precedente, con un raddoppio del capitale investito. Questo trend dovrebbe continuare anche nel 2023, con un ulteriore aumento degli investimenti stimato al 38,1%, portando il mercato a superare gli 1,6 miliardi di euro entro la fine dell’anno.

Le start-up innovative stanno crescendo, soprattutto nei settori dei servizi di informazione e comunicazione, nonché nelle attività professionali, scientifiche e tecniche. Negli ultimi anni, c’è stato un calo delle start-up con produzione inferiore a 100 mila euro, mentre sono cresciute quelle con un valore di produzione compreso tra 1 e 5 milioni di euro.

In termini di regioni, la Lombardia si conferma come il motore innovativo del Paese, seguita dal Lazio. Anche la Campania ha registrato una notevole crescita delle start-up negli ultimi anni, con un aumento annuale del 39,4%, superiore alla media nazionale.

Le aziende a conduzione familiare hanno registrato una crescita significativa, con un aumento dei ricavi del 38% nel periodo 2013-2021, superiore a quello delle imprese con altre forme di proprietà. Si prevede che i ricavi di vendita di queste aziende aumenteranno del 6% entro la fine dell’anno, accompagnati da un aumento del 4% nel numero di dipendenti.

L’Italia si sta concentrando sempre di più sulla sostenibilità, e il Paese si posiziona al primo posto tra le principali realtà europee per i trend di circolarità dell’economia. Le regioni più sviluppate in questo ambito sono la Toscana e il Trentino Alto-Adige.

Le aziende che abbracciano la transizione verde ottengono benefici non solo ambientali e sociali, ma anche economici. Secondo il Diversity Brand Index 2022, le aziende con culture etiche forti superano le concorrenti del 40% in termini di performance aziendale. Si stima che un approccio più sostenibile possa generare un beneficio economico di 1.800 miliardi di euro entro il 2030.

Le PMI e gli investitori sono sempre più interessati agli strumenti di finanza sostenibile, come dimostrato dall’aumento delle emissioni di minibond green nel 2022. Si prevede che nel 2023 il numero di queste emissioni arriverà a 100 annuali.

Tuttavia, è necessario investire in misure di politica economica specifiche per coordinare le attività di investimento verso un mercato più sostenibile e offrire agevolazioni alle PMI e alle start-up innovative. Promuovere il co-investimento tra fondi di venture capital, business angels e incubatori aziendali può aumentare il flusso di capitali e conoscenze verso le start-up.

Secondo Valerio Mancini, Direttore del Centro di Ricerca di Rome Business School, è fondamentale potenziare l’orientamento alla ricerca e sviluppo nelle università italiane per promuovere l’innovazione e le competenze tecnologiche dei ricercatori, nonché favorire la creazione di spin-off accademici. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza può svolgere un ruolo chiave in questo processo.